La settimana si sta chiudendo con un sospiro (di sollievo). Il weekend, se si escludono gli scioperi in Italia, trascorrerà tranquillo. Benché continui il paradosso di una nazione che, pur ponendosi un limite al debito che può emettere, si sollazza comunque in scaramucce per aggirare – di fatto – un divieto legale.

E ricordiamolo, fallire sulle proprie obbligazioni (specie se si è uno Stato sovrano) è un po’ come perdere la verginità: una nazione può impegnarsi a “preservarla”, ma una volta perduta – seppur esistano innovative tecnologie mediche – non è cosa che è così immediato recuperare. Ma tant’è…

In Europa ne sappiamo qualcosa, e abbiamo cercato di fare il possibile per intervenire da una parte (cinture di castità) e dall’altra (limitare frequentazioni pericolose) per mettere in sicurezza le vergini che abbiamo nel pollaio. Le chickens…anzi, forse dovremmo dire le “PIGS”…

Certo è che con le elezioni europee a maggio dell’anno prossimo, il rischio che nasca qualche nuova tentazione rimane molto alto: la “volpe” Marine Le Pen, in Francia, è in testa nei sondaggi per le intenzioni di voto del 2014. Con il 24% di preferenze, è avanti rispetto all’UMP (22%) e ai socialisti di Hollande (19%). E seppur oggi ci siano meno attenzioni sul tema dell’euro, vista anche la forza relativa della moneta comunitaria rispetto al dollaro americano, non è da escludere che tra inverno e primavera si ritorni a discutere sui mercati del futuro dell’Unione Monetaria. E, soprattutto, che le agende politiche si concentrino sempre di più su temi nazionalistici.

Le vergini suicide

Questo sarebbe pericoloso, perché se le politiche comunitarie venissero a mutare in direzione “protezionistica” l’impatto più forte verrebbe sentito da quelle relative alla mobilità del lavoro. Non dimentichiamoci, infatti, che uno dei problemi che sostanzialmente affliggono il nostro continente è proprio la bassa mobilità dei lavoratori europei. Nonostante che, almeno formalmente, siano da sempre attuate politiche che non la bloccano. Gli Stati Uniti, oltre oceano, sono relativamente più flessibili di noi proprio perché hanno un’incredibile mobilità geografica della propria forza lavoro. E, quindi, una migliore adattabilità della propria economia alle fluttuazioni dei cicli di breve e medio termine.

Credo sia quindi responsabilità dell’attuale establishment a Bruxelles convincere – con una visione chiara e convincente – della necessità di non farsi persuadere dalla cantilena di “volpi” più o meno in buona fede. E, d’altro canto, è fondamentale non ripetere gli errori commessi dalla famiglia Lisbon nel romanzo di Jeffrey Eugenides: troppe restrizioni (e politiche di austerità) avrebbero alla lunga effetti controproducenti e, magari, istigherebbero infine a rivoltose perdite di verginità…

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