La vittoria del fantasista

Sembra che stiano finalmente vincendo le grandi idee (Europa) rispetto alle piccole ossessioni (la stabilità dei prezzi). Oggi la Corte Costituzionale in Germania ha sostanzialmente assecondato la partita politica di Angela Merkel, ratificando quanto già il Parlamento tedesco aveva legiferato a proposito del fondo salva-stati. Ma si tratta anche di una partita vinta da un’Italia che, come nelle ultime competizioni calcistiche, ha saputo dominare la rigida Germania con una malleabilità e creatività da fantasista: poco a poco, Mario Draghi è riuscito ad accompagnare la Banca Centrale Europea verso un percorso di “redenzione” rispetto ai diktat che venivano dalla fronda della BuBa presente nel comitato esecutivo dell’istituto monetario europeo. E ha finalmente fatto (meglio, detto) quanto era necessario per difendere la moneta unica.

Sul fronte politico, è interessante rimarcare quanto ha affermato oggi Barroso. Ha parlato infatti di una “federazione di stati-nazione”: se la Costituzione americana parla di una “perfetta unione”, i trattati fondativi dell’Unione Europea fanno riferimento a “un’unione sempre più stretta”. E avvicinandosi velocemente il centenario ­dell’inizio della Prima Guerra Mondiale (28 luglio 1914), il Presidente della Commissione Europea fa bene a gettare il cuore oltre l’ostacolo, portando acqua al mulino di chi spera che la crisi porti consiglio e acceleri l’unione politica degli Stati membri. Ma se è vero che la BCE ha messo un floor relativamente alle speculazioni contro l’euro, è altrettanto chiaro che la palla torna ora nell’area della politica, dove i rischi di delusione per il mercato rimangono ancora elevati.

Il rally ­iniziato a giugno sconta infatti un aspetto molto importante: ovvero, che NON è impossibile prevedere l’azione dei politici, se si comprendono gli innumerevoli vincoli che questi ultimi devono tenere in considerazione, anche in ottica elettorale. Inoltre, nonostante lo scetticismo di molti, stiamo osservando un momentum macroeconomico in stabilizzazione dopo la serie di sorprese negative che hanno contraddistinto la prima parte dell’anno: e questa stabilizzazione può tramutarsi in un miglioramento ulteriore nei prossimi mesi. Certo rimangono altri rischi all’orizzonte, e la riunione della Federal Reserve di domani è uno dei catalyst principali, insieme alle elezioni presidenziali americani e agli effetti che queste ultime avranno sul tema del fiscal cliff negli Stati Uniti.

Ma, probabilmente, ciò che bisogna monitorare con più attenzione è quanto Spagna e Italia riusciranno a fare nei prossimi due trimestri: richiederanno l’attivazione dell’EFSF/ESM o ce la faranno con le proprie forze? Troveremo una leadership politica adeguata? Per il momento, i mercati non si sono ancora concentrati su queste domande: stanno ancora godendo del fantasista-Draghi…

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